L. Merola (a cura di), Storie di ragazzi tra legalità e camorra. Narrativa, testimonianze e teatro, Guida; Napoli, 2013, pp. 168. Scheda di Diego Forestieri
Il volume Storie di ragazzi tra legalità e camorra. Narrativa, testimonianze e teatro è una raccolta di racconti, testimonianze e testi teatrali curato da Don Luigi Merola i cui proventi sono destinati alla Fondazione `A voce d’ ‘creature fondata nel 2007, la cui sede è in un bene confiscato alla camorra, nel quartiere Arenaccia di Napoli.
Il libro si apre con un’introduzione alla lettura di Don Luigi Merola che illustra il suo cammino che negli anni lo ha costantemente posto a baluardo della legalità e descrive l’attività della Fondazione che accoglie più di 150 ragazzi dai 6 ai 18 anni col tentativo di sottrarre nuove leve alla criminalità organizzata e promuovere una cultura della legalità a partire dalle nuove generazioni poiché se «il male del Sud (e si potrebbe aggiungere dell’intera Italia) è certamente impersonificato dalle mafie» è anche vero che: «nessuno nasce delinquente» come l’autore aveva già sostenuto nel suo precedente libro Forcella edito sempre per i tipi della Guida.
Il volume, dunque, si inscrive nella pedagogica convinzione che ci si possa redimere, ragionando e facendo ragionare gli altri sul giusto cammino da seguire e cominciare per la prima volta o nuovamente a percorrere il sentiero della legalità.
Massimo Marelli, Rettore dell’Università di Napoli Federico II richiamandosi a Italo Calvino, in quella che a tutti gli effetti costituisce una prefazione, afferma come: «le storie e le testimonianze raccontate ritraggono dal vero e senza veli ‘l’inferno dei viventi’».
Nella prima parte del volume, di piacevole e agevole lettura nel suo complesso, si trovano una serie di testimonianze fra cui quella di Marcello D’Orta, che evidenzia come dietro la camorra vi sia un senso generalizzato di sfiducia nelle istituzioni e di contro il fascino del male; a seguire la testimonianza istituzionale di rilievo di Raffaele Cantone, Presidente ANAC che racconta un suo ricordo di quando era sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli nel 2007, episodio legato all’omicidio di un giovane ragazzo a Secondigliano. Un’ altra autorevole testimonianza a livello istituzionale è quella di Carmine Adinolfi, Generale comandante Legione Carabinieri Campania, secondo il quale: «Ai ragazzi occorre parlare non solo di diritti, ma anche di doveri, insegnando loro che nella vita, se vogliono essere rispettati, devono imparare a rispettare gli altri».
Sempre all’interno della prima parte sono raccolte le testimonianze e i racconti di altri autori, fra cui personalità del giornalismo, del teatro, della narrativa: Peppe Barra, Paolo Di Paolo, Pino Imperatore, Ruggiero Stefanelli, Marcello Sabbatino, Edoardo Sant’Elia, Vincenzo Caputo, Daniela De Crescenzo.
Nella seconda parte dedicata al teatro si trova un dialogo divertente ma amaro tra una donna del popolo e una signora di Manlio Santanelli e il racconto di Angela Villa che, attraverso la voce di Migra, una ragazza di 17 anni, descrive la città di Napoli ed i suoi mali.
Da non trascurare, infine, la galleria fotografica a corredo del volumetto.